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Il processo decisionale dovrebbe considerare solo costi e benefici futuri, trascurando quanto si è già investito perché ormai irrecuperabile.
Un mese fa hai comprato un biglietto per una partita di calcio della tua squadra del cuore. Stasera c’è la partita. Purtroppo il giocatore X, il più forte, si è infortunato in settimana e non giocherà e nel frattempo ha iniziato a nevicare e tu hai mezzora di macchina per arrivare allo stadio. Hai speso 80 euro per il biglietto: cosa fai? Vai lo stesso o decidi di rimanere a casa?
Richard Nisbett, professore di psicologia alla University of Michigan, nel suo libro Mindware: Tools for Smart Thinking ci suggerisce di utilizzare il modello di pensiero di un economista. Un economista ti direbbe di fare un esperimento: supponi di non aver comprato il biglietto, avresti voluto…ma ti sei dimenticato. Nel pomeriggio ti chiama un amico per dirti che ha il biglietto per la partita ma non può andare e quindi ti propone di andare al posto suo…ovviamente gratis. Se la tua risposta fosse: “Grande grazie! Ho proprio voglia di andare, passo a prenderlo subito”, allora vuol dire che devi andare alla partita. Se invece rispondessi: “Ma stai scherzando? X si è infortunato e poi nevica!!”, sarebbe ovvio che la decisione più giusta sarebbe rimanere a casa sul divano. Se sei incerto su cosa fare allora vuol dire che non ti è chiaro il concetto di sunk cost.
Il principio di sunk cost stabilisce che solo i benefici e i costi futuri devono essere considerati in una decisione. Il prezzo del biglietto ormai è stato sostenuto e non può essere recuperato (“sunk”): dovresti andare alla partita solo se il tuo beneficio netto è positivo; altrimenti andarci significherebbe sostenere un costo (lo sbattimento di guidare sotto la neve per andare a vedere una partita senza il tuo giocatore preferito) per giustificare un costo che hai già sostenuto (il prezzo del biglietto).
Vai al cinema ma il film dopo qualche minuto non lo sopporti già più: rimani fino alla fine o esci prima? Sei al ristorante e hai ordinato un piatto costoso ma non ti piace per nulla: lo mangi comunque?
L’approccio degli economisti a questi problemi è: la tua vita comincia adesso. Quello che è accaduto ieri non può essere recuperato.
L’ignoranza del principio di sunk cost può avere dei costi molto elevati. Pensiamo ai progetti di ricerca e sviluppo all’interno delle aziende: in alcuni casi vengono portati avanti semplicemente per non sprecare tutte le risorse e il tempo già investito. O ad alcune opere pubbliche che hanno costi ingenti semplicemente perché si continua a spendere per giustificare quanto si è già speso.
“Spesso i politici spendono i tuoi soldi per il solo motivo di non sprecare i soldi che hanno già speso.” (Richard Nisbett)
In molte occasioni quindi dovremmo ricordarci del vecchio adagio “don’t throw good after bad”. I soldi che abbiamo investito, il tempo che abbiamo impiegato, gli sforzi fisici ed emotivi non dovrebbero condizionarci nella scelta di portare avanti o meno un progetto: ormai sono passati. La domanda più importante a cui rispondere è: se partissi oggi e azzerassi tutti gli sforzi e i costi sostenuti in passato, varrebbe comunque la pena andare avanti? Ricordati che la tua vita comincia oggi…almeno per gli economisti!
Bibliografia:
Nisbett, Richard. Mindware: Tools for Smart Thinking. Penguin Books 2016.