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Ogni scelta ha un prezzo definito costo opportunità, cioè la perdita del beneficio della migliore alternativa all’azione che stiamo intraprendendo.
Quante volte ci è capitato di osservare nostra madre mentre faceva la spesa, fare chilometri tra diversi negozi per trovare il miglior prezzo di ogni articolo da comprare o anche andare in quel supermercato distante e un pò scomodo perchè aveva dei coupon di qualche euro da utilizzare. Se fossimo stati degli economisti le avremmo spiegato: “mamma, quello che stai facendo non è efficiente, perché pensi di risparmiare…in realtà non stai considerando tutti i costi. Prima di tutto quelli della macchina; eppoi quelli del tuo tempo: se invece di metterci tre ore avessi comprato tutto nel negozio più vicino avresti avuto due ore libere per fare qualche altra cosa che ti piace!”.
Nostra madre non aveva considerato quelli che gli economisti definiscono i costi opportunità. Il costo opportunità è definito come la perdita del beneficio della migliore alternativa all’azione che stiamo intraprendendo. Il costo può essere definito in termini di denaro, tempo o piacere. Il principio vale quando le risorse (denaro, tempo, opportunità) sono limitate e la scelta di un’azione preclude l’alternativa.
La vita è piena di costi opportunità
Gli economisti definiscono lo stipendio come il costo opportunità del tempo libero. Il tasso di interesse è il costo opportunità di mantenere i propri risparmi in conto corrente. Buffett e Munger ritengono che il costo opportunità sia la migliore stima possibile del costo del capitale di un’azienda: essendo molto scettici sulle modalità di calcolo insegnate nelle business school, sostengono che l’unico modo per gestire bene il capitale sia confrontare ogni scelta di impiego rispetto alle possibili alternative.
“Le persone intelligenti prendono le proprie decisioni tenendo conto del costo opportunità, in altre parole, quello che conta sono le tue alternative. Questo è come noi prendiamo tutte le nostre decisioni.” (Charlie Munger)
Un contadino che decide di coltivare il proprio campo a grano rinuncia al beneficio di poterlo destinare al mais. Una persona che utilizza un appartamento di proprietà come ufficio potrebbe pensare di stare risparmiando il costo dell’affitto. In realtà sta sopportando un costo: quello che incasserebbe se invece di utilizzarlo per sé, affittasse il proprio ufficio a qualcun altro.
La decisione se andare o meno all’università è un classico esempio di costo opportunità: il costo a cui andiamo incontro non è solo quella della tassa universitaria, ma anche il reddito a cui rinunciamo decidendo di non lavorare per 4 o 5 anni. Per questo motivo negli USA, quando aumenta il salario “entry level” per le occupazioni nell’industria e nelle settore delle costruzioni, le università rispondono incrementando il numero di borse di studio o sussidi all’istruzione per compensare l’aumento del costo opportunità sopportato dai futuri studenti.
E’ ovvio che ogni scelta che compiamo comporta un trade off, una rinuncia ad un’altra scelta. Dobbiamo quindi considerare che c’è un costo anche per l’essere troppo focalizzati sui costi opportunità: se ogni volta dovessimo valutare tutte le alternative potremmo incorrere in un rischio di stallo. Quando dobbiamo decidere sull’assunzione di una persona per la nostra azienda dovremmo essere sicuri di non essere in grado di trovarne un’altra migliore: agendo in questo modo correremmo il rischio di non chiudere mai il processo di selezione. E lo stesso quando decidiamo di scegliere un partner…rinunciamo a tutti gli altri partner che potremmo incontrare in futuro.
I costi opportunità e le spese importanti
Nello studio Money and Missed Opportunities della Federal Reserve Bank of St. Louis si evidenzia come gli individui tendano a trascurare i costi opportunità quando invece sarebbe molto utile farlo, cioè in presenza di acquisti importanti di valore elevato, come ad esempio la casa o la macchina.
Supponiamo di aver comprato una casa in fase di costruzione. Quando è quasi pronta, valutiamo il capitolato disponibile, per decidere se effettuare qualche upgrade a pagamento. Ci piacerebbe cambiare le maniglie delle porte e gli interruttori della luce: spesa totale per l’upgrade €2.000. Cosa decidiamo? Il meccanismo standard di ragionamento è quello di confrontare il costo dell’upgrade con il prezzo che abbiamo pagato per la casa: se abbiamo speso €300.000, l’upgrade sarebbe inferiore all’1% del totale. Con questo approccio, saremmo portati a dire di sì senza pensarci tanto. Stiamo però trascurando i costi opportunità. Nella maggior parte dei casi non conosciamo il reale valore delle maniglie e degli interruttori che stiamo acquistando. Inoltre: saremmo disposti a spendere la stessa cifra per cambiare le maniglie e gli interruttori se acquistassimo una casa già finita? Infine: abbiamo considerato cosa potremmo fare in alternativa con quei €2.000? Ad esempio comprare un PC o uno scooter, o fare un vacanza?
In condizioni normali dedicheremmo molta più attenzione alla spesa di quei €2.000; in un contesto di una spesa più grande tendiamo invece a sottovalutare i costi opportunità.
Quando valutare le alternative diventa fondamentale
La valutazione dei costi opportunità diventa fondamentale nella gestione dei budget aziendali. Ogni divisione dovrebbe utilizzare il budget disponibile valutando ogni spesa rispetto alle altre opzioni di utilizzo. Inoltre sarebbe efficiente poter portare all’anno successivo il residuo di budget non utilizzato per disincentivare spese a bassa utilità effettuate con l’unico scopo di consumare tutte le risorse disponibili.
Il tema dei costi opportunità è particolarmente critico nel campo della spesa pubblica. Gli economisti Persson e Tinghog, nel loro paper Opportunity cost neglect in public policy, evidenziano come la sottovalutazione dei costi opportunità sia molto più marcata nel settore pubblico rispetto a quello privato. I decisori pubblici hanno un minor “attaccamento psicologico” nei confronti dei fondi utilizzati: un conto è spendere il proprio capitale, un altro quello di un pubblico generico e indistinto. Inoltre i cittadini sono difficilmente in grado di valutare i costi opportunità dei fondi pubblici perché i politici si guardano bene dall’esplicitare i possibili impieghi alternativi delle risorse disponibili e si focalizzano solo sui progetti che sono stati effettivamente finanziati.
La mancata considerazione dei costi opportunità nel settore pubblico ha delle conseguenze molto negative: i budget sono sistematicamente sforati perché non si ragiona in termini di trade off ma solo in termini di aggiunta di spesa; inoltre si creano importanti inefficienze perché le risorse non sono allocate agli utilizzi più indicati per massimizzare il welfare.
Pensare come economisti
Comportarsi come economisti non è sempre facile, soprattutto nella vita privata: è difficile soffermarsi a ponderare le migliori alternative per ogni scelta che compiamo, anche perché le valutazioni non sono sempre e solo di carattere monetario. Nostra madre potrebbe infatti dirci: “sai figliolo, piuttosto che stare a casa con tuo padre che si lamenta sempre, preferisco passare 3 ore a girare per negozi, così almeno mi rilasso un pò!”
Se invece stiamo per effettuare una spesa importante, dobbiamo valutare come utilizzare il budget assegnato alla nostra unità di business o più in generale come allocare il capitale della nostra azienda o ancor più se siamo un decisore pubblico, la logica del costo opportunità dovrebbe essere un modello operativo a cui fare riferimento se vogliamo evitare inefficienze.
Bibliografia:
Caceres-Santamaria, Andrea J. Money and Missed Opportunities. Federal Reserve Bank of St. Louis, October 2019.
Munger, Charles T. Poor Charlie’s Almanack. The Wit and Wisdom of Charles T. Munger. PCA Publication, 2011.
Nisbett, Richard. Mindware: Tools For Smart Thinking. Penguin Books, 2016.
Persson, Emil e Tinghog Gustav. Opportunity cost neglect in public policy. Journal of Economic Behavior and Organization, 170, 2020.
Varian Hal R. Microeconomia. Cafoscarina, 1990.