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L’ignoranza genera arroganza mentre la competenza genera dubbio e cautela: questo fenomeno è noto come effetto Dunning-Kruger.
Le persone incompetenti, non solo sono inefficaci nelle strategie che mettono in atto nel perseguire i propri obiettivi, ma, forse ancora peggio, non sono in grado di rendersene conto e pensano al contrario di essere migliori degli altri: questo fenomeno prende il nome di “effetto Dunning–Kruger” dal nome dei due psicologi della Cornell University che lo identificarono in un celebre studio del 1999 (“Unskilled and Unaware of It”). Del resto lo stesso Darwin oltre un secolo fa, nell’opera L’origine dell’Uomo, aveva affermato che “l’ignoranza genera più fiducia della conoscenza”.
“L’ignoranza genera più fiducia della conoscenza.” (Charles Darwin)
Lo studio
Dunning e Kruger hanno condotto una serie di esperimenti su gruppi di studenti universitari, sottoponendoli a questionari su materie in cui il livello di competenza generale risulta fondamentale, come logica e grammatica. I risultati sono stati suddivisi in quartili: il quarto quartile, cioè quello con il 25% degli studenti con i risultati peggiori, identifica il gruppo degli “incompetenti”. Successivamente ai test, gli psicologi hanno chiesto agli studenti di effettuare una valutazione della propria performance, rispondendo alla seguente domanda: come pensi di esserti classificato rispetto agli altri? Lo studio ha portato a risultati sorprendenti.
L’effetto Dunning-Kruger
In tutti gli esperimenti effettuati, seppur in presenza di una tendenza generalizzata degli studenti a sopravvalutare la propria performance, gli incompetenti avevano avuto un livello di sopravvalutazione significativamente superiore a quello di tutti gli altri, e in tutti i casi pensavano di avere avuto risultati decisamente migliori rispetto alla media.
Lo studio evidenziava in modo chiaro come gli incompetenti non si rendano conto di esserlo e tendano a sovrastimare significativamente le proprie abilità. Lo psicologo Adam Grant sostiene infatti che “la prima regola del club Dunning-Kruger è che nessuno sa di essere un membro del club.”
Le persone incompetenti reagiscono generalmente male ad una cattiva valutazione o ad un feedback negativo, sia esso all’università, sul lavoro o nella vita, proprio perché hanno un gap cognitivo molto importante tra la propria autovalutazione e la loro effettiva abilità.
La sindrome dell’impostore
Una situazione opposta caratterizzava invece gli studenti più bravi cioè quelli che avevano avuto risultati nel primo quartile: erano gli unici ad aver fornito una autovalutazione in relazione agli altri inferiore rispetto al risultato effettivo.
Gli studenti intelligenti erano risultati vittime dell’effetto del falso consenso o sindrome dell’impostore: in assenza di dati che dimostrano il contrario, le persone competenti ritengono che anche gli altri siano in possesso delle loro qualità e possano arrivare agli stessi risultati o alle stesse conclusioni.
Si determina quindi il paradosso per cui chi possiede maggiori competenze sembra essere più insicuro di chi non le possiede, un tema caro a Bertrand Russell secondo il quale “il problema dell’umanità è che gli stupidi sono molto sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.”
“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono molto sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.” (Bertrand Russell)
Le difficoltà cognitive degli incompetenti
Dunning e Kruger hanno inoltre dimostrato che le persone incompetenti sono inconsapevoli perché non hanno le capacità metacognitive per valutare le competenze, sia proprie che degli altri. In uno degli studi effettuati, alcune settimane dopo il primo test, gli studenti più bravi (“primo quartile”) e quelli incompetenti (“quarto quartile”) furono richiamati dai ricercatori per visionare e valutare le risposte al questionario che erano state fornite da alcuni dei loro compagni. Come prevedibile, gli studenti bravi furono molto più efficaci nel valutare i risultati e quindi le abilità dei loro compagni rispetto agli incompetenti.
Se gli incompetenti non sono in grado di valutare le abilità degli altri, non sono neppure in grado di utilizzare lo strumento del confronto per rivedere la propria visione di sé stessi e apprendere qualcosa. Subito dopo aver visionato e valutato i test dei propri compagni, Dunning e Kruger chiesero ai due gruppi di rivedere la propria autovalutazione per capire se avessero appreso qualcosa. Gli incompetenti, dopo aver visto i test di compagni in media più bravi di loro, non ne trassero alcuna conclusione e confermarono ed in alcuni casi addirittura incrementarono la propria autovalutazione. In sostanza, gli incompetenti non acquisiscono consapevolezza dall’osservazione del comportamento degli altri.
Al contrario, gli studenti bravi, dopo aver visto i test di compagni in media meno competenti di loro, incrementarono la propria autovalutazione alla luce delle informazioni acquisite, sanando, anche se solo parzialmente, la sindrome dell’impostore di cui erano stati vittime all’inizio. Dunning e Kruger conclusero quindi che negli incompetenti l’errore di calibrazione riguarda la valutazione troppo elevata di se stessi mentre nelle persone competenti riguarda la valutazione troppo elevata degli altri.
Le persone competenti quando si trovano di fronte ad un nuovo progetto o ad un nuovo lavoro, tendono cadere vittime della sindrome dell’impostore, ad adottare un atteggiamento dubbioso e prudente, e quindi molto spesso ad essere giudicate superficialmente come persone insicure. Come dimostrato da Dunning e Kruger, questo però non dipende da una mancanza di fiducia nelle proprie capacità, ma da una sopravvalutazione delle sfide che si trovano ad affrontare o dell’abilità delle persone con cui si troveranno ad interagire, visto che danno per scontato che anche gli altri siano bravi almeno quanto loro. Una volta che acquisiscono informazioni sul contesto, sono però in grado di rivedere la propria autovalutazione ed incrementare gradualmente la fiducia.
La formazione come rimedio per l’arroganza
L’ultimo risultato dello studio di Dunning e Kruger riguarda il ruolo della formazione. In uno degli esperimenti effettuati, dopo la sessione di test e di autovalutazione, gli studenti furono sottoposti ad una veloce lezione sulla materia di esame. Terminata la formazione, fu chiesto agli studenti di rivedere la propria autovalutazione: il risultato fu che tutti gli studenti migliorarono la calibrazione dei giudizi ed in particolare gli incompetenti abbassarono significativamente la propria autovalutazione. In sostanza, mostrando agli incompetenti il modo corretto di rispondere alle domande, si riduceva significativamente il loro deficit cognitivo.
Si ottiene quindi il paradosso secondo il quale per rendere gli individui più consapevoli della propria incompetenza occorre renderli più competenti, in pieno allineamento con il precetto socratico secondo il quale più sai e più sai di non sapere. In sostanza la formazione rende le persone più consapevoli della propria incompetenza e quindi meno arroganti. L’umiltà è un prerequisito fondamentale per acquisire ulteriore conoscenza perchè, come sostenuto dalla psicologa Elizabeth Mancuso, “imparare richiede l’umiltà di rendersi conto di avere qualcosa da imparare.”
“Colui che sa di più, più sa quanto poco sa.” (Thomas Jefferson)
Il monte della stupidità
L’effetto Dunning Kruger può essere riassunto da una curva che mette in relazione competenza (“competence”) e fiducia (“confidence”) (vedi figura 1).
Quando siamo totalmente a zero su un argomento, non corriamo il rischio di cadere vittima dell’effetto Dunning-Kruger: siamo perfettamente consapevoli di non essere in grado di effettuare un’operazione chirurgica, di non poter guidare un aereo o di non saper dipingere. Quindi non possiamo cadere nella trappola di un eccesso di fiducia.
Il problema si pone quando acquisiamo una conoscenza elementare in un determinato campo: questa conoscenza può portarci a scalare velocemente il “Monte della Stupidità”, cioè la vetta dove la fiducia supera significativamente la competenza e dove siamo pienamente intrappolati dall’effetto Dunning-Kruger in cui ignoriamo la nostra ignoranza. Un caso tipico è quello degli investimenti: se abbiamo qualche rudimento appreso qua e là e siamo fortunati con i nostri primi tentativi di trading, la nostra fiducia crescerà subito a dismisura. Inizieremo a considerarci degli esperti e a pensare che guadagnare in borsa sia molto più semplice di quanto ci abbiano sempre raccontato. Purtroppo queste situazioni finiscono quasi sempre in un solo modo …e non è positivo. Gli esperti di finanza comportamentale ritengono che l’evento più sfortunato per un investitore alle prime armi sia quello di avere fortuna con i primi investimenti “fai da te” perché questa situazione alimenta subito un ingiustificato senso di fiducia e controllo.
Le inevitabili delusioni e i fallimenti che seguiranno ci ricorderanno che la realtà non è così semplice come pensavamo e che probabilmente non conosciamo abbastanza la materia: inizieremo a scendere dal Monte della Stupidità (l’altro modo per scendere sarebbe quello di studiare e acquisire veramente le competenze, ma è una strada meno battuta, soprattutto se ignoriamo la nostra ignoranza). In questa fase più impariamo e più ci rendiamo conto di non sapere: la crescita della conoscenza si accompagna ad un ridimensionamento della nostra fiducia ottusa.
Questo bagno di umiltà è una benedizione: se decidiamo di non mollare, la consapevolezza di non sapere costituirà uno stimolo al miglioramento. Si potrà iniziare quindi un cammino virtuoso (“la curva dell’illuminazione”) in cui conoscenza e fiducia incrementeranno di pari passo.
Bibliografia:
Grant, Adam. Think Again. Viking, 2021.
Kruger, Justin e Dunning, David. Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments. Journal of Personality and Social Psychology, 1999.