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Tom Brady ci insegna che la forza mentale può essere allenata focalizzandosi su quello che possiamo controllare e utilizzando le sfide come esperimenti per migliorare.
Fin dagli inizi della sua carriera, Tom Brady è sempre stato considerato un giocatore con poco talento: non a caso nel draft del 2000 fu scelto con il numero 199 al sesto giro dai New England Patriots, per fare il terzo quarterback.
Pur non possedendo le qualità fisiche e tecniche degli altri giocatori, Brady aveva però una qualità particolare che nel tempo si è rivelata determinante e lo ha fatto diventare il più forte: la sua mentalità, quella che lui stesso definisce “will-over-skill” mindset.
Secondo Brady ci sono due fattori che determinano una mentalità vincente, in grado di fare la differenza:
- cercare di dare sempre il massimo, focalizzandosi sulle cose che si possono controllare e non sul risultato;
- il desiderio di migliorarsi continuamente e di imparare dagli errori.
Nelle sue parole “la forza mentale è un’attitudine basata sul fare il meglio che puoi nel presente mentre pensi di poter fare ancora meglio in futuro.”
“La forza mentale è un’attitudine basata sul fare il meglio che puoi nel presente mentre pensi di poter fare ancora meglio in futuro.” (Tom Brady)
Fai il meglio che puoi focalizzandoti su quello che puoi controllare
Tom Brady ha sempre pensato che quello che contava non fosse tanto il risultato, ma il fatto di essersi impegnato al massimo delle proprie possibilità, anche e soprattutto in relazione al potenziale della squadra.
Cercando di massimizzare la propria performance, Brady ha scelto ogni giorno di focalizzarsi e lavorare duramente sulle cose che erano in suo controllo: l’etica del lavoro, il proprio fisico e il proprio atteggiamento. Specialmente l’atteggiamento: sì perché l’atteggiamento è una cosa che possiamo controllare. Possiamo decidere se rimanere positivi oppure cercare scuse.
“Molto spesso succedono cose negative o che non ti piacciono, ma scelgo sempre di rimanere positivo” spiega Brady nel suo libro The TB12 Method, “questa è una cosa che posso controllare. Non mi piace focalizzarmi sulle cose negative o cercare scuse. Non voglio mai sentirmi una vittima. Non ho nessun vantaggio nell’arrabbiarmi o nel sentirmi frustrato. Puoi renderti la vita veramente difficile se ti focalizzi sulle cose negative o cerchi scuse del perché gli eventi non sono andati come volevi. Al contrario, puoi rifiutare di prendere le cose sul personale, lasciarle andare, imparare e diventare la migliore versione di te stesso. È una scelta. Anzi di più: è una tua scelta. La saggezza, come diceva qualcuno, è nel comprendere la differenza tra le cose che puoi e non puoi controllare.”
L’ultima frase è chiaramente riferita ad Epitteto, il maestro dello stoicismo romano. E non a caso Tom Brady è uno degli sportivi professionisti che maggiormente incarna lo spirito della filosofia stoica.
Usa le difficoltà come un’opportunità per migliorare
Una delle frasi che Brady apprezza di più è quella del mitico coach di basket John Wooden: “il successo è la serenità che deriva dalla soddisfazione di sapere di aver fatto tutto il possibile per diventare il meglio di quello che potevi diventare.”
“Il successo è la serenità che deriva dalla soddisfazione di sapere di aver fatto tutto il possibile per diventare il meglio di quello che potevi diventare.” (John Wooden)
E per migliorarsi veramente è fondamentale affrontare le difficoltà e le sfide come un’opportunità per mettersi alla prova e imparare. Secondo Brady, infatti, la forza mentale non è una qualità innata, ma un atteggiamento che si sviluppa e si autoalimenta attraverso il superamento delle situazioni difficili.
“Penso che la forza mentale sia un atteggiamento che possa essere imparato. Quando guardo indietro alla mia carriera, ho sempre dato il massimo, non accettando il posto che mi era stato assegnato, non al liceo, all’università e tanto meno tra i pro. Il fatto di non avere talento e di dovermi conquistare e competere per il posto con persone più dotate di me hanno affinato la mia forza mentale in un modo che non avrei mai raggiunto se non avessi dovuto affrontare tutte queste sfide: alla fine le mie esperienze peggiori si sono rivelate le migliori perché sono quelle che mi hanno insegnato di più. Il fatto è che se sei naturalmente dotato e portato per qualcosa non subisci mai un vero challenge e perdi l’opportunità per sviluppare la tua forza mentale. Ho lottato duramente per arrivare dove sono oggi il che significa che so cosa vuol dire lottare duro.”
Anche su questo tema si vede come Brady sia stato fortemente influenzato dalla filosofia stoica. Seneca considerava misere quelle persone che non avevano mai dovuto affrontare difficoltà nella vita perché non avevano avuto l’opportunità di mettersi alla prova, capire di cosa fossero capaci veramente e quindi non avrebbero mai sviluppato la propria forza e resilienza mentale. Marco Aurelio pensava addirittura che gli ostacoli agissero come stimolo e carburante per l’azione: “l’impedimento all’azione promuove l’azione. Ciò che ostacola diventa la via.” Secondo l’imperatore romano sono proprio le difficoltà che ci spingono a dare il meglio di noi.
“L’impedimento all’azione promuove l’azione. Ciò che ostacola diventa la via.” (Marco Aurelio)
Da un punto di vista sportivo quindi, ogni sconfitta deve essere utilizzata come un’opportunità per imparare qualcosa. Secondo Brady “una partita è sempre un esperimento. Vai in campo preparato con strategie, idee e ipotesi su come si potrebbe sviluppare il gioco ma alla fine non sai quello che accadrà. Se perdiamo ma impariamo qualcosa, allora la partita diventa comunque un esperimento positivo. Ovviamente subito dopo non sembra così, perché subisci l’emozione negativa della sconfitta. Ma ho imparato ad usare le sconfitte come una via per diventare migliore la prossima volta che scendo in campo. Di solito quello che imparo dopo una sconfitta, guardando le registrazioni o pensando a come mi sentivo e a quello che ho fatto in campo, ha un impatto positivo superiore a qualsiasi beneficio che sarebbe derivato dalla vittoria.”
Bibliografia
Brady, Tom. The TB12 Method. Simon & Schuster, 2017.