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Guardare il mondo da diverse prospettive ci consente di separare le percezioni dai fatti, di non farci guidare solo dalle nostre rappresentazioni.
Dopo la vittoria nei 1500 metri alle Olimpiadi di Rio del 2016, l’obiettivo di una vita, Greg Paltrinieri non era contento e non riusciva a capire il perché. Aveva vissuto il pre-gara con grande paura; avvertiva un peso che lo stava schiacciando: era il favorito, tutti si aspettavano da lui la vittoria, qualsiasi altro risultato non sarebbe stato accettabile. Per cui durante la gara non era riuscito a nuotare come voleva: solo il record del mondo avrebbe sorpreso qualcuno e il fatto di non averlo centrato lo aveva turbato. In fondo la vittoria era scontata no? Perché essere felice?
L’infortunio di Gimbo Tamberi
Questa sensazione di disagio continuava ad accompagnarlo anche nelle settimane successive all’Olimpiade: spesso faceva incubi in cui sognava di non aver vinto, di aver sprecato la sua occasione.
Una sera di settembre, un mese dopo l’Olimpiade, non riusciva ad addormentarsi e decise di uscire dalla sua camera al centro federale di Ostia per andare a fare una passeggiata in spiaggia ad ascoltare il rumore delle onde. Prese in mano il cellulare e digitò su Google “Paltrinieri oro Rio” per vedere cosa veniva fuori: nella lista dei link, uno in particolare catturò la sua attenzione: “Rio 2016, comincia il salto in alto: Gianmarco Tamberi piange guardando la sua gara.”
Nel salto in alto Tamberi era il favorito per l’oro. Un mese prima dei Giochi si era infortunato alla caviglia e nonostante la frattura aveva deciso di raggiungere Rio da spettatore. Era tra il pubblico in piscina durante la vittoria di Paltrinieri ed era sceso a congratularsi con lui (era la prima volta che si parlavano) durante l’intervista post gara della Rai. Il giorno dopo aveva assistito alla gara di salto in alto, la sua gara, con le lacrime agli occhi.
Quella storia fu un’illuminazione per Paltrinieri: doveva parlare con Tamberi. Se lui non riusciva a gestire il peso delle aspettative e non riusciva ad essere felice pur avendo vinto l’oro, come aveva fatto Tamberi a gestire il peso di non poter neppure partecipare dopo gli anni di attesa e preparazione?
Gimbo, Greg e la giusta prospettiva
Greg e Gimbo diventarono velocemente amici. Una sera, dopo aver parlato di basket, Greg riuscì a fargli la fatidica domanda: “Perché hai deciso di venire alle Olimpiadi anche se eri infortunato?”.
La risposta di Tamberi cambiò per sempre il modo di approcciare le gare da parte di Paltrinieri: “Ho deciso di partire per Rio con una caviglia rotta e le stampelle per dare di persona un cazzotto al destino. Stando fra il pubblico e guardando le competizioni da fuori come un semplice spettatore, mi sono reso conto che ogni atleta ha la sua gara e che ogni gara ad un certo punto finisce. Da dentro la nostra gara è la vita. Vista da fuori è solo una gara. Punto. C’era l’atleta che vinceva l’oro ed era contento, quello che lo perdeva e si disperava. Io, da spettatore, cercavo di immedesimarmi nella gioia o nel dolore di questi sportivi, ma senza riuscirci, perché stando fra il pubblico venivo subito attirato dalla gara successiva. Tutto terminava e iniziava dell’altro. Per cui, d’ora in poi, se malauguratamente arriverà una sconfitta, va bene, affrontiamola. Ma non dovrà diventare un dramma.”
Il discorso di Tamberi è semplice e diretto: la stessa cosa, osservata da punti di vista differenti, può assumere connotati molto diversi. Con una visione interna, la gara è la cosa più importante della nostra vita, con una esterna, è solo una gara. Qual è la visione più corretta? Sono entrambe corrette, semplicemente sono due facce della stessa medaglia.
Per valutare meglio le situazioni in cui ci troviamo dovremmo sempre cercare di comprendere anche le prospettive diverse dalla nostra. Guardare il mondo da diverse prospettive ci consente di separare le percezioni dai fatti, di non farci guidare solo dalle nostre rappresentazioni, dai nostri pregiudizi.
Conclusioni
Dopo il confronto con Tamberi, Paltrinieri decise che da quel momento in poi non avrebbe più voluto sentire quel peso addosso: il non vincere si sarebbe trasformato dalla fine del mondo in un semplice, anche se immenso, giramento di coglioni.
Il destino beffardo ha poi successivamente messo alla prova il nuovo atteggiamento di Paltrinieri: prima delle olimpiadi di Tokyo del 2021, Greg ha contratto la mononucleosi e si è presentato alle gare senza allenamenti e in condizioni precarie. Tuttavia, non si è perso d’animo e contrariamente a tutte le aspettative, è riuscito a vincere un bronzo nella 10km in acque libere e un argento negli 800. E nelle interviste post gara non riusciva a nascondere la sua felicità per quanto era riuscito a fare: era molto più contento rispetto all’oro di Rio. La lezione di Tamberi gli era servita.
A proposito: Tamberi a Tokyo 2021 ha vinto l’oro.
“La verità è che non sono mai il luogo o l’importanza di un evento a rendere grande il momento: è il desiderio che si ha di viverlo dando tutto che lo rendono tale.” (Gregorio Paltrinieri)
Bibliografia
Paltrinieri, Gregorio. Il peso dell’acqua. Mondadori, 2023.